Pensieri sullo SMAU 2011

Anche quest’anno sono stato allo SMAU a Milano. Sono uscito con un po’ di amarognolo in bocca, non tanto come parecchi che trovano una fiera in piccolo, questo è vero, ma io l’apprezzo così in quanto ci sono più possibilità di scambiare quattro chiacchiere con le persone direttamente. Innanzitutto volevo fare i miei complimenti a liquid web di Siena ed al loro ambizioso progetto di brain control (http://www.liquidweb.it/it/bci) riguardo allo sviluppo delle tecnologie assistite per i disabili.  L’amarognolo mi è venuto ripensando alle varie soluzioni che ho visto e ai risvolti sulla privacy di tutti noi. Per esempio c’è una società che ha sviluppato un software che cattura una immagine in con una webcam e la applica ad immagini catturate successivamente, per esempio ha catturato un vestito ad una signorina e lo ha applicato ad un tizio che appariva poi in minigonna invece che in giacca e cravatta. Bello indubbiamente, ma potrebbe essere usato per riconoscere un visitatore unico su un sito o a riconoscere un paio di occhiali o uno zainetto di qualcuno in mezzo ad una folla di gente. Poi ho chiacchierato con una società che vende ricerche di nominativi raccolte negli anni, tutto legale si intende ma tra i nomi mi ha fatto un cero effetto leggere il mio, probabilmente c’è anche il vostro. In ultimo volevo segnalare uno scatolottino grande come mezzo cellulare con una schedina gsm all’interno che registra tutti gli spostamenti poi visualizzabili tramite una pagina web. Immaginate infilarlo di nascosto nella valigetta di un vostro nemico o della vostra moglie oppure qualcuno lo ha messo nella vostra!!!!

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Installare jdownloader su ubuntu 11.10 oneiric oncelot

In questa versione di Ubuntu è stato rimosso dai repository ufficiali il supporto di java della sun, a causa di restrizioni da parte di Oracle.Molte applicazioni scritte in java non funzionano con le versioni integrate di default. Per installare jdownloader (ma probabilmente anche altro) bisogna installare prima java della sun così:

  • sudo add-apt-repository ppa:ferramroberto/java
  • sudo apt-get update
  • sudo apt-get install sun-java6-jre sun-java6-plugin sun-java6-fonts

A questo punto installare jdownloader da qui:

https://launchpad.net/~jd-team/+archive/jdownloader/+files/jdownloader_0.2-0jd1%7Eoneiric_all.deb

Gli aggiornamenti li farà dall’interno del programma.

 

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Banshee non riproduce mp3

Se installando Ubuntu “pulito” (ma non solo) banshee non riproduce i file mp3:

  • sudo apt-get build-dep banshee
  • sudo apt-get install gstreamer0.10-plugins-bad gstreamer0.10-plugins-good gstreamer0.10-plugins-ugly
  • sudo alsa force-reload
  • Riavviare Banshee
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VMWARE Backup problemi con GhettoVCB

Volevo segnalare un fastidioso problema usando GhettoVCB. Per chi non conosce Ghetto VCB posso dire che è uno script a costo zero che serve per salvare le macchine virtuali all’interno di una infrastruttura vmware. Un giorno forse scriverò un howto per configurarlo, si trova comunque materiale in rete. Tornando al problema,  mi succedeva che non salvava tutte le macchine virtuali e nel log apparivano messaggi fuorvianti tipo “Virtual machine non trovata”. Il problema era invece dato dalla formattazione del nas con VMFS con un blocco di 1 Mb, questo permette di creare dischi con massimo 256 Gb, io li avevo creati così ma quando poi fa lo snapshot il sistema ha bisogno di più spazio e lo script si ferma. La soluzione è stata quella di riformattare lo storage con blocchi più grandi. (ho fatto il move da un’altra parte prima:) ) Riepilogo qui la tabella delle dimensioni massime dei file con i vari tipi di formattazione:

1MB file block size – max file size is 256GB
2MB file block size – max file size is 512GB
4MB file block size – max file size is 1TB
8MB file block size – max file size is 2TB

 

 

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Wikipedia oscurato e DDL intercetazioni comma 29…

Questo è ciò che si legge sulla home page di www.wikipedia.it, copio incollo, condivido:

l’oscuramento di Wikipedia ha suscitato una grande attenzione da parte di media, enti, associazioni e cittadini. Alcune personalità politiche hanno manifestato l’intenzione di presentare emendamenti che porrebbero Wikipedia al riparo dagli obblighi e modalità previsti dal comma 29 del decreto proposto. Il DDL in discussione si trova qui (approvato dalla Camera l’11 giugno 2009, modificato dal Senato il 10 giugno 2010).
Le voci rimarranno nascoste almeno fino alla discussione alla Camera dei Deputati, prevista per la mattinata del 6 ottobre 2011.
Il diritto di usare la Rete come fonte e luogo di conoscenza è e resta la nostra priorità.

e ancora:

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l’introduzione di una “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l’intera pagina è stata rimossa.

L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.

Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Il Disegno di legge – Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., così modificato (vedi p. 24), alla lettera a) del comma 29 recita:

«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
Articolo 27

«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.

Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

 

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Installazione Blackberry Server Express per Domino

Scrivo due righe per tutti probabilmente si eviterà di perdere del tempo nell’installazione:

1) Innanzi tutto funziona con il contratto BIS (Blackbery Internet Service) e non ci vuole il BES (Blackberry enterprise server). L’operatore telefonico farà resistenza in quanto il BIS costa la metà ma sto usando il BIS e funziona tutto!

2) Un’altra cosa che non è chiara all’inizio è che non è necessario Active Directory, serve per le installazioni su Exchange ma serve a Exchange, non a Domino ne a BESX.

3) E’ possibile installare sulla stessa macchina del BESX anche Lotus Traveler, se per caso avete altri dispositivi (per esempio Android o Apple) da sincronizzare. Questa cosa è valida anche per una installazione con BES Enterprise (provata personalmente)

4) Se avete macchine virtuali e volete passare da BES a BESX clonando la macchina disinstallando BES e installando BESX probabilmente avrete più problemi, conviene fare una macchina nuova, installate windows, installate Domino, Installate traveler (se vi serve) installate BESX.

5) Succede che dopo aver installato BESX non partono i servizi di amministrazione, funziona tutto ma non avete l’interfaccia web per configurare, seguendo varie indicazioni nel supporto Blackberry dicono che alcune chiavi di registro non puntano correttamente alla macchina virtuale java, nel mio caso non era vero ma ho dovuto cambiare nel registro di windows questa opzione ->> HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Servic es\BAS-AS\Parameters\JVM Option Number 3 cambiando il valore -Xmx1024m con -Xmx768m

5) Secondo la mia testa e secondo le mie esigenze la configurazione ideale è avere un server domino (o più di uno) per la posta, il mio è su Linux, un server Domino su una macchina Windows (per forza) con BESX o BES e Traveler per le repliche. Serve avere la porta 3101 aperta dai telefoni verso la macchina BESX. Tra le due macchine è sufficiente la porta 1721 per far parlare i due Domino (eventualmente anche la 25 se inoltrano usando SMTP), quindi può essere anche in DMZ nonostante sui manuali blackberry c’è scritto di no, ma probabilmente si riferiscono ad installazioni con Exchange che deve essere x forza su un Active Directoty!

Questo è tutto per l’unstallazione e la gestione ci sono ottimi tutorial qui:

https://www.blackberry.com/blackberrytraining/web/_content/indexExternal.html?cc=3731382d30323832302d496e7374616c6c424553585f446f6d696e6f&cx=3230393931313039&cl=656e

e più in generale qui:

http://us.blackberry.com/support/software/express.jsp

Un’ultima cosa se inviando mail dai palmari arrivano con un indirizzo strano bisogna andare in Domino Administrator –> Documento configurazione –> clic sulla scheda “MIME” -> “Opzioni di conversione” -> “in uscita” –> Abilitare “Lookup internet address for all……bla bla”

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AS400 Aprire da un CLP un file che risiede in rete

Allego un pezzo di codice (CLP) che serve per accedere ad un file che risiede su una cartella condivisa su una macchina in rete (windows o samba):

DCL        VAR(&PATH_AS) TYPE(*CHAR) LEN(512) VALUE(‘ ‘)
DCL        VAR(&PATH_PC) TYPE(*CHAR) LEN(512) VALUE(‘ ‘)
DCL        VAR(&LIB) TYPE(*CHAR) LEN(10) VALUE(‘<LIBRERIA_DATI>’)
MD DIR(‘/QNTC/<IP_MACCHINA_IN_RETE>’)
MONMSG MSGID(CPF0000)
CHGVAR     VAR(&PATH_PC) VALUE(‘/QNTC/<IP_MACCHINA_IN_RETE>/<NOME_SHARE>’)
CHGVAR     VAR(&PATH_AS) VALUE(‘/QSYS.LIB/’ *TCAT <LIBRERIA_DATI> *TCAT ‘.LIB/<NOMEFILEAS>.FILE/<NOMEFILEAS>.MBR’)
CPYTOSTMF  FROMMBR(&PATH_AS) TOSTMF(&PATH_PC) STMFOPT(*REPLACE) STMFCODPAG(*PCASCII)

A questo punto nella libreria <LIBRERIA_DATI> troveremo un file che si chiama <NOMEFILEAS> leggibile da qualunque programma nativo AS400.

Attenzione:

1) Il file in rete deve essere di tipo testo, se è un doc xls, odf o altro necessita di una conversione

2) le credenziali per accedere alla macchina in rete sono user e paassword dell’utente del lavoro attivo su AS400.

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